Ero
su uno scoglio ad un centinaio di metri dalla spiaggia, nessun rumore proveniva
da essa, ero io e il mare. Ascoltavo il mare, desideravo ascoltare, come delle
volte ascolto le vite che mi sono attorno e vivo quei momenti con piacere, in
quanto loro sono i miei compagni di viaggio in questa vita, questo è quanto
sento. Il mare e la mia mente si sintonizzarono, mi sembrava sentire una voce
che diceva: Io sono qui da milioni di anni e per altri milioni ci sarò, io
faccio ciò che devo e tu uomo fai ciò che ti è richiesto? Mi inquini, ebbene,
sei solo tu e le altre creature che vivono qua a rimetterci, io passato qualche
migliaia di anni torno come prima e forse tu non ci sarai. Anche la roccia
volle dire la sua: Io ho miliardi di anni, io assieme all’aria, al sole e
all’acqua desideriamo che tu viva, sei l’unica creatura che ci può comprendere, noi ti sosteniamo, ma tu sei
un essere libero e come tale puoi scegliere la strada che vorrai percorrere;
sappi comunque che noi eravamo qua molto prima di te e ci saremo anche dopo.
Mentre il mare continuava a rumeggiare, mi sentivo integrato con gli elementi
che mi circondavano e mi dicevano che io, ero loro messi assieme perché io
esistessi. Sul momento non capii, ma poi ricordai cosa pensava Empedocle su
tutto quello che esisteva al mondo; vi erano quattro elementi base: fuoco,
terra, aria, acqua. Era vero, ero attorniato da quegli elementi ed io sono
“costruito” come mi dicevano.
lunedì 26 agosto 2013
mercoledì 21 agosto 2013
Perché stiamo perdendo il "perché" di ogni cosa?
Per
quale motivo non chiediamo più il “perché” di ogni cosa, come da bambini? Lo
chiedevamo ai nostri genitori, agli amici, agli insegnanti, chiudevamo sempre
risposte a qualcuno, finché non abbiamo imparato a trovarle da soli, sui libri
e poi…Poi molti hanno smesso di porre domande a sé e agli altri; crediamo
forse, noi adulti, di conoscere già tutto? O siamo divenuti presuntuosi al
punto che non vogliamo più chiedere niente a nessuno? Entrambi i casi mi sembra
un atteggiamento sbagliatissimo: ogni giorno e ad ogni ora avremmo delle
domande da porci… Allora facciamocele queste domande! Se da soli non siamo in
grado di risponderci, non sentiamoci in imbarazzo nel chiedere e delle volte
esigere delle risposte dagli altri. Evitare di porsi un milione di domande, fa
parte del crescere; imparare a conoscere, non significa conoscere tutto, ma
distinguere ciò che si può o si vuole conoscere, ma alcune domande le dobbiamo
continuare a fare per vivere meglio. Un nostro collega di lavoro si comporta,
verso noi, in un modo che ci disturba, dobbiamo chiedergli la ragione e pretendere
risposta, altrimenti l’incomprensione aumenterà. A maggior ragione dobbiamo
pretendere adeguate risposte con chi ci vive accanto, il non affrontare i
perché, nel tempo, la situazione può solo peggiorare. Nel caso siamo attratti
da qualcosa di particolare, chiediamoci il perché, informiamoci, studiamo,
facendolo ci sentiremo più completi, l’uomo ha bisogno di conoscere, è la molla
che ci ha portato fin qua, non possiamo bloccare la spinta che è innata in noi,
non possiamo andare contro la nostra natura. Io credo che si è giovani non per
semplice età anagrafica, ma fintanto che, delle cose attorno a noi, come i
bambini, ci si chiede: “Perché”? sabato 10 agosto 2013
L'uomo è creatore?
Può
l’uomo creare dal nulla qualcosa? Mentre costruisce un oggetto, che prima non
esisteva, lo ha creato? No! Mentre lo costruisce non sta creando nulla, sta
solo trasformando qualcosa in altro, lui prende la materia esistente e la trasforma.
L’uomo però riesce ad essere
creatore quando pensa, prima il suo pensiero non esiste, poi dal nulla, eccolo
comparire e riesce a comunicarlo anche ai suoi simili mediante l’uso della
parola o della scrittura.
L’uomo
spirituale ha creato qualcosa che, tutto sommato, non servirebbe a molto, i
pensieri rimarrebbero nella nostra testa o rimbalzerebbero tra una mente e
l’altra per mezzo della parola, senza portare a nulla; è noto a tutti la
famosissima disquisizione sul “sesso degli angeli”.
E’
dalla nostra mente materiale che escono i pensieri creatori, è dall’unione dello
spirituale e del materiale che nasce qualcosa. Queste due forze separate non
concludono nulla, ma assieme hanno una potenza straordinaria e possono fare
grandi cose.
Non
siamo esseri creatori, ci serviamo della materia già esistente, ma l’”imput”
iniziale è di pura creazione.
mercoledì 7 agosto 2013
Da dove si può partire?
E’
interessante guardare nel passato, non tanto dal punto di vista personale
(questo lo facciamo anche troppo) ma per vedere quali e quanti cambiamenti sono
avvenuti nel nostro modo di pensare.
Quando
eravamo piccoli gli adulti ci sembravano dei giganti; dovevamo loro solo
obbedienza e ci dicevano, inoltre, che non potevamo capire, che eravamo troppo
piccoli.
Il
tempo per crescere non passava mai, noi come persone non esistevamo, eravamo
sempre e solo figli di qualcuno.
Nell’adolescenza
nessuno ci capiva e ogni problema diveniva per noi un dramma.
Finalmente
adulti, per fortuna; alla nostra generazione il lavoro non mancava e così c’era
la “libertà”, nel vero senso della parola. Senza la libertà economica è
difficile essere liberi. Quanti di noi l’avevano capito? Non lo so!
Man
mano che crescevamo, facevamo un elenco degli errori chi i grandi facevano nei
nostri confronti e ci ripromettevamo che noi, mai e poi mai, avremmo fatto gli
stessi errori, stavamo troppo male quando i grandi agivano in quel modo.
Non
avremmo fatto quegli specifici errori, ma ne abbiamo fatto molti altri. E’ vero
non abbiamo fatto più guerre in Europa, molti
uomini hanno detto e scritto che si vergognavano di appartenere alla razza
umana tanto erano state le atrocità. Tecnologicamente abbiamo fatto passi da
giganti, ma nel complesso la società non è migliorata di molto e non è
certamente più felice.
Da
dove si può partire per una società più giusta? Dai giovanissimi? Dai bambini?
Dalle famiglie? Da chi detiene il comando?
Perché
aspettare gli altri, cominciamo noi, cerchiamo di essere migliori in ogni momento
della giornata e forse, qualcosa cambierà…..
giovedì 1 agosto 2013
Andare avanti
Ci
hanno sempre insegnato che occorre sempre andare avanti, mai fermarsi, “chi si
ferma è perduto”. Questo motto, a forza di sentirlo ripetere, è divenuto per
tutti noi una verità, ma per la mia esperienza se agiamo in questo modo nella
vita commetteremo un sacco di errori. Non si può avanzare senza sapere da che
parte andare, occorre prima guardarsi attorno e poi decidere da che parte
andare. Nella nostra vita non abbiamo un’unica strada davanti a noi, spesso ci
sono degli incroci e allora è meglio fermarsi e guardarsi attorno. Non sappiamo
quanto tempo occorra per scegliere al meglio la nostra direzione, ma non
importa, noi dobbiamo fermarci, anche perché quasi sempre il tornare su i
propri passi non è possibile. E’ nel momento che ci fermiamo che riusciamo ad
apprezzare quello che abbiamo e le persone che ci sono accanto, quindi, quando
noi avremo valutato al meglio la direzione che vogliamo prendere possiamo
avanzare e non “andare avanti”a tutti i costi.
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