Quanto è stato scritto su queste devianze che distruggerebbero l’anima umana! Già Aristotele li definì “abiti del male”, poi i primi Cristiani li analizzarono e ne classificarono nove, che divennero poi sette, come lo sono tuttora e chiamati: ”Peccati capitali”.Cosa potrei aggiungere o togliere a quanto detto e scritto in tutti questi secoli da menti eccelse? Eppure qualcosa in merito mi sento di dire, perché le condizioni della società moderna sono cambiate moltissimo e loro non avrebbero potuto neanche lontanamente immaginare cosa sarebbe potuto accadere accadere.
Ai sette peccati capitali, io ne aggiungerei due; e più precisamente: il pressappochismo e i qualunquismo.
Nel passato, una persona superficiale non poteva arrecare nessun danno, al massimo veniva considerato sempliciotto e tutto finiva lì. Attualmente le cose possono essere molto diverse, la nostra società è complessa, ha molte ramificazioni, un’azione sbagliata può portare conseguenze gravi per migliaia di persone. Ad esempio: il figlio di un imprenditore, che si trova a capo di un’azienda, perché ereditata, o per grosse raccomandazioni ricevute ed è un “superficiale”, prenderà decisioni tanto per prenderle, o non le prenderà. In poco tempo l’azienda fallirà e migliaia di famiglie soffriranno a causa sua. Non è solo teoria, purtroppo è già capitato.
Il qualunquismo, è un atteggiamento di un movimento nato nel secondo dopo guerra di disinteresse verso i partiti e un prevenuto giudizio negativo verso le istituzioni pubbliche. Tale atteggiamento si è nel tempo espanso, come numero, ma la cosa più grave è che tale credo di disinteresse ora riguarda tutto e tutti. Immaginatevi quali danni possono fare questi tipi di persone alla società, quando arrivano al comando; loro ci arrivano facilmente, una spinta qua, una là e avanti.
Come vedete queste due categorie di persone non appartengono a nessun tipo di peccatori catalogati nel passato; sono due tipi di “peccatori sociali” che dobbiamo, non solo isolarli, ma dobbiamo combatterli per proteggere la nostra società.
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