sabato 23 febbraio 2013

Neve


Sta nevicando da qualche ora, il paesaggio è magnifico, è tutto un manto di velluto candido. Nel prato ci saranno almeno venti centimetri e la neve continua a scendere; fra non molto dovrò levarla dal piazzale e sarà un’operazione un po’ lunga. Sarà faticoso, ma mentre il mio corpo si affaticherà, non essendoci pericoli di macchine o altro, la mia mente potrà gioire nel vagare nello spazio, nel tempo, ed essere contemporaneamente immerso nel bianco paesaggio come in un quadro.
Noi pensiamo che il bianco indichi purezza, chissà se nel passato abbiamo fatto questa associazione guardando lo splendore di un paesaggio innevato?
Posso godermi questa grandiosità stando comodamente ad una finestra di casa, al caldo e ascoltando musica.
Alcune persone hanno costruito la casa, altri l’impianto termico, altri quello elettrico, altri ancora i mobili, l’impianto stereo la musica stessa, insomma alcune centinaia di persone hanno lavorato per permettermi ora di usufruire di questa meraviglia della natura, guardando semplicemente fuori da una finestra. Vi sono grato!  
Ogni inverno la natura ci mostra questo bellissimo spettacolo, forse ci vuole comunicare che essa è pura e che tutto ciò che fa, viene fatto senza malizia alcuna, ma solo perché comprendiamo che il tempo passa e che noi dobbiamo usarlo al meglio. Non dobbiamo farci ingoiare da Kronos, il dio del Tempo, non possiamo essere il suo cibo, noi, il Tempo, lo dobbiamo domare e sfruttarlo a nostro vantaggio.

domenica 17 febbraio 2013

Era meglio una volta

Diverse volte al giorno sento affermare che le persone non sono soddisfatte della loro vita perché “oggi c’è troppo”e che era “molto meglio una volta”. E’ una affermazione priva di qualsiasi fondamento logico. Come è possibile che oggi, avendo tutto ciò che i nostri avi avevano solo sognato, pensiamo che loro fossero più felici? Quando manca il pane e la fame urla nello stomaco, si piange, certo che non si gioisce!
Il motivo di tale malessere è quindi, non nel possedere tanto, ma molto probabilmente, nel “come” noi vediamo il possesso. Gli oggetti creati da noi umani devono servire per renderci la vita più semplice, per avere più tempo per noi, per facilitare gli incontri con i nostri simili, per non affaticare il corpo e per emozionarci, quando ad esempio, ascoltiamo musica. Oggi, purtroppo, crediamo che il possedere o meno un oggetto ci possa rendere felici o tristi. E’ questo l’errore che facciamo, carichiamo sull’oggetto aspettative che non gli competono; esso deve essere solo un mezzo a nostra disposizione per aiutarci ad essere felici e non fine ultimo della nostra felicità.
Cominciamo da ora, dunque, a vedere cosa sono gli oggetti realmente e vedremo che saremo meno insoddisfatti della nostra esistenza.

lunedì 11 febbraio 2013

Parole scritte

Abbiamo dei pensieri a livello embrionale, sono confusi, non riusciamo a generarli con chiarezza, poi ci capita di leggere un pensiero scritto migliaia di anni fa, non si conosce l’autore e dove è stato scritto, ma per magia noi siamo avvolti da una piacevolissima emozione: per alcuni minuti siamo in uno spazio e tempo indefiniti. E’ quello il pensiero che esitava ad uscire dalla nostra testa. Un nostro avo a distanza di migliaia di anni è riuscito a comunicare con noi. Che magnificenza, quel testo ha fatto sopravvivere con le parole scritte il pensiero dell’autore superando le barriere del tempo e dello spazio. Sembrerebbe che il nostro pensare richiami un aiuto e questo arrivi spesso dal passato: una voce scritta illumina la strada per il nostro futuro.

domenica 3 febbraio 2013

Gli spicchi del tempo.

La Natura, sapendo l’importanza del cervello, lo ha dotato di una protezione ossea; è l’unico organo così custodito; è il nostro tesoro, e va protetto nel miglior modo possibile: comincia a funzionare appena le cellule nervose si collegano fra loro e non smette fino alla morte.
Una parte del cervello presiede alle funzioni corporali, ma l’altra, quella prettamente umana gestisce i nostri pensieri; e sono questi pensieri che ci fanno comprendere chi siamo. È questa parte che può renderci felici o tristi, che presiede a tutte le nostre emozioni. Noi dobbiamo proteggere questo “pensare” e immaginarlo come una palla: che può avanzare, indietreggiare, scostarsi di lato, elevarsi, abbassarsi; e così i nostri pensieri, che devono poter tranquillamente tornare al passato, proiettarsi nel futuro, scendere, salire fino alla Luna! Devono essere leggeri e liberi di andare dalla profondità del mare agli spazi infiniti dell’universo.
Nel mio libro Viaggi nel tempo descrivo questa palla, formata da tre spicchi: passato, presente, futuro; e suggerisco che alla sera si debbano immagazzinare le cose piacevoli della giornata per poter vivere bene la vecchiaia. A distanza di un anno, ho poi capito che le due affermazioni sono strettamente legate tra loro e che la palla che avevo immaginato non era fuori da me, ma ero io stesso quella palla; io stesso sono formato da tre spicchi: il mio passato, il mio presente, il mio futuro.
La vita di un giovane, che non ha molto passato da appesantire il corrispettivo spicchio della palla, le permette di rimbalzare, muoversi liberamente e velocemente in ogni direzione, come la sua vita.
Se però noi permettiamo che lo spicchio del passato si appesantisca, senza che ci siano motivi molto validi, la palla non potrà più muoversi come prima, e non possiamo accettarlo passivamente. I rimpianti, ad esempio, pesano come piombo fuso e pertanto noi dovremmo sempre agire secondo i nostri desideri, correndo anche il rischio di sbagliare, ma non dovremmo mai avere rimpianti.
La palla della nostra vita deve quindi essere il più possibile equilibrata nei tre spicchi; e ciò è possibile: il passato e il futuro sono tempi fisici molto lughi, ma nella nostra vita psichica vanno perdendo estensione; e mentre il presente è fisicamente molto breve, nella nostra vita psichica può essere infinitamente dilatato, vivendo ogni instante come istante, ogni minuto, ora, giorno. Il vero presente non è come se un osservatore guardasse un treno in una stazione: doveva arrivare (passato) - c’è (presente) - partirà (futuro). Per noi esseri viventi, dotati di pensiero, il presente è dinamico e comprende anche il prossimo futuro!