Mi
è sempre piaciuto stare sotto la pioggia, la neve e mettermi con il viso
controvento. Era ed è un vero piacere fare questo, esso non è variato negli
anni e allora mi sono chiesto se c’era un motivo abbastanza plausibile. Il
motivo esiste e sembra incredibile, ma per me è quello giusto: mi sento
protetto. E’ strano sentirsi protetti, quando si è sferzati dagli elementi, ma
è così. Quando d’inverno io mi siedo vicino al fuoco del camino, godo nel
sentirmi al sicuro dalle così dette “intemperie”, eppure provo piacere
nello stare dentro a queste. Al caldo del fuoco, sento proteggere il corpo, ma
sotto la pioggia, la neve e nel cercare di contrastare il vento sento protetto
la mia parte spirituale. Percepisco con sicurezza che finché la terra avrà vita
essi ci saranno, la cattiveria che noi umani dimostriamo verso i nostri simili
e verso le altre creature viventi, non possono minimamente scalfire le forze
della Natura. La mia parte spirituale, quando il mio corpo è avvolto dagli
eventi naturali, percepisce che nessun uomo potrà mai e poi mai intaccarla,
essa vivrà forte e determinata. E’ per questo “sentire” che mi fa sentire
protetto nella parte più intima; le persone fanno del male? Non mi importa, c’è
e ci sarà qualcuno che bilancerà con il bene e, se rimarrà un solo umano, sarà
lui che capirà come e perché ci sarà pioggia, vento e neve.
Pensieri scollegati
domenica 28 dicembre 2014
giovedì 31 luglio 2014
Cibo ed umore
I
nostri antenati, pur esagerando avevano compreso la stretta relazione tra
quello che mangiamo e il nostro umore. Anni addietro lessi che certe tribù e
anche noi molto anni fa quando combattevamo corpo a corpo, se l’avversario si
era dimostrato valoroso si mangiava il suo cuore credendo così di aumentare il
coraggio, mentre se era un codardo si lasciava il corpo agli animali. Questo
chiaramente è esagerato, non c’è nessuna corrispondenza al vero, ma che il
nostro umore è influenzato dai cibi e viceversa questa è la realtà. Quando noi
siamo tristi, depressi cerchiamo di ingoiare cibi “spazzatura” in ogni momento.
La nostra mente è in subbuglio e noi invece di aiutarla con cibi sani e alle
ore giuste, ci ingozziamo di schifezze in ogni momento. Lo stomaco, il fegato e
i reni certamente soffrono, vogliamo forse punire il nostro corpo per sentirci
meglio? Succede proprio l’incontrario, i nostri organi affaticati rilasciano
sostanze che non aiutano il nostro cervello, creando così un circolo vizioso.
Certo che il nostro umore non migliora solo nutrendoci bene, ma sicuramente non
peggioriamo le cose e il nostro umore migliorerà molto prima. Quindi, anche
quando il nostro umore non è dei migliori, cerchiamo di ricordarci di fare
attenzione ai cibi che ingurgitiamo, non è con esso che possiamo placare le
nostre angosce, ma se ingoiamo schifezze, corriamo il rischio di peggiorare la
situazione. E’ stranoto che la digestione del cibo comincia appena noi lo
vediamo, il nostro cervello si ricorda e calcola cosa inviare allo stomaco per
una corretta digestione. Questo significa che noi, senza disturbare gli Dei,
dovremmo sederci a tavola con un atteggiamento di accettazione positiva del
cibo.
sabato 31 maggio 2014
L'ombra
Quante
volte, da bambini, abbiamo giocato con la nostra o altrui ombre? In certi
momenti della nostra storia umana pensavamo che alcuni individui potessero
catturarcela e renderci loro schiavi. Mi sono chiesto molte volte da cosa
derivava questa attrazione verso le ombre, ci siamo anche inventati uno
spettacolo con esse, ma abbiamo sempre guardato l’ombra come risultato finale.
Ebbene da qualche anno mi piace assorbire gli effetti che varie tipi di ombre
hanno su me e ho constatato che influiscono sul mio stato d’animo; può anche
darsi che sia solo suggestione, ma mi sono convinto che le sensazioni che provo
siano dovute a qualcosa di reale e che tutti le possiamo provare. Vado
all’ombra di un noce: mi metterei a dormire. Mi sposto sotto un tiglio: ci
resterei delle ore a leggere. Mi sposto sotto una grande quercia e riesco a
comprendere pienamente perché i nostri avi l’hanno ritenuta un albero sacro;
vado sotto un ciliegio: non riesco a rilassarmi, sono attratto dalla
disposizione delle foglie e al colore rosso del frutto (chiaramente quando c’è);
l’ombra del nocciolo mi dona freschezza, se poi capita di andare sotto altri
frutti, mi sento come se fossi in una posizione precaria, forse anche perché
questi alberi sono sempre relativamente piccoli e occorre spostarsi spesso per
rimanere all’ombra. L’ombra che mi infonde allegria è quella del mandorlo, la
sento briosa, forse perché lascia passare a tratti veloci e variabili la luce
del sole. A pensarci bene le ombre che proiettano gli alberi sul terreno sopra
citati sono molto diverse tra loro e forse ognuno di loro rilascia nell’aria
sostanze che influenzano il mio sentire. Che dire per l’ombra dei muri, sembra
un’ombra malsana, certo che quando il sole “picchia” forte ben venga anche
questa ombra, ma è diversa, o almeno io la sento così e a parte il sollievo,
non percepisco nessuna variazione del mio sentire. domenica 16 febbraio 2014
I nostri sensi
I nostri sensi li usiamo in
ogni momento e in tutti i giorni della nostra vita, li abbiamo studiati anche a
scuola, ma forse per il fatto che ci sono così famigliari, secondo me, non li
usiamo correttamente, o meglio non come dovrebbero essere usati.
Noi
vediamo, ma spesso non guardiamo attentamente, non dico di soffermarci su ogni
cosa, ma alcune cose le dobbiamo guardare attentamente se vogliamo godere della
bellezza della vita.
Noi
udiamo rumori e voci, ma spesso non ascoltiamo. Quando udiamo un uccellino
cantare, soffermiamoci ad ascoltarlo. Possiamo permetterci di non ascoltare chi
ci parla? Che colloquio può essere, se non ascoltiamo l’altro? Eppure è un’operazione
che siamo capaci di fare, siamo in grado di ascoltare in profondità quando
ascoltiamo la musica che ci piace.
Noi
sentiamo odori in continuazione, oramai questo senso, se non supera certi
livelli, non lo usiamo volontariamente quasi mai, non ci impegniamo ad usarlo,
eppure esso ci dona dei momenti indimenticabili, basta un odore sentito anche
molti anni fa, che immediatamente ritorna l’immagine dell’evento associato.
Per
il gusto, ultimamente ingozziamo cibo senza neanche usare questo senso. Esso
invece è importantissimo, sia perché ci può dare gioia nel gustare i cibi, sia perché
la digestione migliora se il cibo è gradito al gusto.
Per
il tatto, esso non solo ci permette la natura degli oggetti, noi lo possiamo
usare per fare felici le persone che ci vivono accanto, accarezzandoli. Avete
notato quanto sono felici i nostri cani o gatti quando li accarezziamo?
Immaginatevi come possiamo rendere felici gli esseri umani.
Questi
cinque sensi sono quelli fisici che noi possiamo controllare, sono
scientificamente provati e li usiamo quotidianamente, ma secondo me esiste un
altro senso ed è: L’intuizione; questo senso lo percepiamo solo, esso arriva
quando neanche te lo aspetti, non è misurabile, ma esiste, io spesso lo sento e
devo dire che nella mia vita mi sono fidato di questo senso e il tempo gli ha
sempre dato ragione. Non ho capito come si fa a gestirlo o forse è un senso che
non si può gestirlo al pari degli altri, ma è un senso che ci permette di
evitare un sacco di errori e che sembra ci metta in contatto con il nostro
futuro.
sabato 25 gennaio 2014
Il ricordo
Il
ricordo viene vissuto in modo diverso in ognuno di noi, eppure è parte del passato
e come molti dicono non esiste più. E’ vero esso non esiste più, è passato, ma
esiste nella nostra mente e non solo, perché esiste anche fisicamente sul nostro
corpo. Sul corpo rimane tutto il nostro passato, certe volte in modo vistoso,
altre volte meno, ma è lì, sempre presente. Il ricordo è fondamentale per tutti
gli esseri viventi e non solo, ogni cosa conserva il ricordo, la montagna
conserva il suo passato, basta osservare una parete verticale per vederlo, noi
stessi, come umani, conserviamo la storia della nostra evoluzione, il nostro
corpo è un libro chiaro della nostra storia. Questo per comprendere che non
possiamo cancellare il nostro passato, ogni sforzo in questo senso, anche se
fatto per smettere di soffrire, non andrebbe in porto, sono solo energie
sprecate, è la natura stessa delle cose che non ce lo permette. Il nostro
passato ci dovrebbe servire per esperienza e se abbiamo commesso errori, cerchiamo
di farne tesoro e basta. Il passato ci reca dolore, questo dobbiamo cercare di
elaborarlo, non cancellarlo, ma neanche di smettere di vivere. Se noi pensiamo,
siamo vivi e questo ci deve spronare alla vita presente. Certo la vita, non
sempre è facile, anzi per alcuni è oggettivamente difficile, ma la forza enorme
della vita fa sì che essa ha sempre avuta martedì 7 gennaio 2014
Logica
L’altro
giorno c’era il sole e pioveva forte, come? Diciamo sempre o c’è il sole o
piove, non possono essere le due cose assieme! Eppure questa era la realtà!
Questa logica che noi spesso usiamo, non sempre corrisponde alla realtà
oggettiva; eppure dovevo essermene accorto quando studiavo materie
scientifiche, che di vera logica non si può parlare quando siamo nel mondo
reale. Due più due, non fanno mai quattro, in pratica, qualsiasi cosa vogliamo
misurare, fanno quattro più qualcosa o meno qualcosa, ma mai quattro. Sono
andato indietro nel tempo, quando presi decisioni importanti per la mia vita;
mi sembrava di aver sempre preso decisioni con logica, ragionando con serenità,
eppure a distanza di anni, quello che era lineare allora, ora non lo è più. Chi
era accanto a me mi faceva notare che non era proprio così logico il mio
pensiero, ma per me era di una limpidezza tale che non capivo la loro
resistenza. Ho fatto scelte che alla lunga si sono rivelate poi giuste, ma non
erano frutto di un ragionamento logico oggettivo. Di logico ci può essere un
gioco la cui soluzione sia unica, ma la vita di noi umani non può essere
gestita in nessun modo da logica, troppe sono le variabili in gioco. Penso che
i nostri ragionamenti, siano influenzati molto dall’intuito che è insito in
noi, non mi spiego altrimenti certe scelte che ho fatto nella mia vita. Ora a
distanza di anni penso che ci voleva una certa incoscienza a scegliere in quel
modo, ma allora il mio ragionamentsabato 14 dicembre 2013
Mi voglio bene?
Guardatevi
allo specchio e fatevi la seguente domanda: Mi voglio bene? Questo ci disse il
gestore di un corso.
Tra
tutte le domande che nella mia vita mi sono posto, questa non pensavo neanche
che potesse esistere, in me era talmente chiaro, che non solo mi volevo bene,
anche se fisicamente, più di una volta, desideravo essere diverso, ma io mi
amavo ugualmente e totalmente. Con mia grandissima sorpresa, alcune persone non
se la sentivano di dire sì; ma allora forse altri si davano un sì titubante,
che tristezza per loro. Noi ci dobbiamo amare solo per il fatto di esistere,
ognuno di noi è qualcosa di eccezionale, siamo uno diverso dagli altri sia
fisicamente che psicologicamente, noi non dobbiamo cercare di sembrare quello
che gli altri ci aspettano da noi, noi siamo noi e basta. Questo è quello che
dovremmo capire, che la nostra unicità ci rende speciali sempre. Non è una
forma di egoismo se amiamo per prima noi stessi, anzi, sono convinto, che sia
la partenza per poter amare anche gli altri, quindi dobbiamo insistere,
guardandoci allo specchio, fintanto che non uscirà da noi, un sì urlato.
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