domenica 28 dicembre 2014

Pioggia, neve, vento.

Mi è sempre piaciuto stare sotto la pioggia, la neve e mettermi con il viso controvento. Era ed è un vero piacere fare questo, esso non è variato negli anni e allora mi sono chiesto se c’era un motivo abbastanza plausibile. Il motivo esiste e sembra incredibile, ma per me è quello giusto: mi sento protetto. E’ strano sentirsi protetti, quando si è sferzati dagli elementi, ma è così. Quando d’inverno io mi siedo vicino al fuoco del camino, godo nel sentirmi al sicuro dalle così dette “intemperie”, eppure provo piacere nello stare dentro a queste. Al caldo del fuoco, sento proteggere il corpo, ma sotto la pioggia, la neve e nel cercare di contrastare il vento sento protetto la mia parte spirituale. Percepisco con sicurezza che finché la terra avrà vita essi ci saranno, la cattiveria che noi umani dimostriamo verso i nostri simili e verso le altre creature viventi, non possono minimamente scalfire le forze della Natura. La mia parte spirituale, quando il mio corpo è avvolto dagli eventi naturali, percepisce che nessun uomo potrà mai e poi mai intaccarla, essa vivrà forte e determinata. E’ per questo “sentire” che mi fa sentire protetto nella parte più intima; le persone fanno del male? Non mi importa, c’è e ci sarà qualcuno che bilancerà con il bene e, se rimarrà un solo umano, sarà lui che capirà come e perché ci sarà pioggia, vento e neve.   

giovedì 31 luglio 2014

Cibo ed umore

I nostri antenati, pur esagerando avevano compreso la stretta relazione tra quello che mangiamo e il nostro umore. Anni addietro lessi che certe tribù e anche noi molto anni fa quando combattevamo corpo a corpo, se l’avversario si era dimostrato valoroso si mangiava il suo cuore credendo così di aumentare il coraggio, mentre se era un codardo si lasciava il corpo agli animali. Questo chiaramente è esagerato, non c’è nessuna corrispondenza al vero, ma che il nostro umore è influenzato dai cibi e viceversa questa è la realtà. Quando noi siamo tristi, depressi cerchiamo di ingoiare cibi “spazzatura” in ogni momento. La nostra mente è in subbuglio e noi invece di aiutarla con cibi sani e alle ore giuste, ci ingozziamo di schifezze in ogni momento. Lo stomaco, il fegato e i reni certamente soffrono, vogliamo forse punire il nostro corpo per sentirci meglio? Succede proprio l’incontrario, i nostri organi affaticati rilasciano sostanze che non aiutano il nostro cervello, creando così un circolo vizioso. Certo che il nostro umore non migliora solo nutrendoci bene, ma sicuramente non peggioriamo le cose e il nostro umore migliorerà molto prima. Quindi, anche quando il nostro umore non è dei migliori, cerchiamo di ricordarci di fare attenzione ai cibi che ingurgitiamo, non è con esso che possiamo placare le nostre angosce, ma se ingoiamo schifezze, corriamo il rischio di peggiorare la situazione. E’ stranoto che la digestione del cibo comincia appena noi lo vediamo, il nostro cervello si ricorda e calcola cosa inviare allo stomaco per una corretta digestione. Questo significa che noi, senza disturbare gli Dei, dovremmo sederci a tavola con un atteggiamento di accettazione positiva del cibo.

sabato 31 maggio 2014

L'ombra


Quante volte, da bambini, abbiamo giocato con la nostra o altrui ombre? In certi momenti della nostra storia umana pensavamo che alcuni individui potessero catturarcela e renderci loro schiavi. Mi sono chiesto molte volte da cosa derivava questa attrazione verso le ombre, ci siamo anche inventati uno spettacolo con esse, ma abbiamo sempre guardato l’ombra come risultato finale. Ebbene da qualche anno mi piace assorbire gli effetti che varie tipi di ombre hanno su me e ho constatato che influiscono sul mio stato d’animo; può anche darsi che sia solo suggestione, ma mi sono convinto che le sensazioni che provo siano dovute a qualcosa di reale e che tutti le possiamo provare. Vado all’ombra di un noce: mi metterei a dormire. Mi sposto sotto un tiglio: ci resterei delle ore a leggere. Mi sposto sotto una grande quercia e riesco a comprendere pienamente perché i nostri avi l’hanno ritenuta un albero sacro; vado sotto un ciliegio: non riesco a rilassarmi, sono attratto dalla disposizione delle foglie e al colore rosso del frutto (chiaramente quando c’è); l’ombra del nocciolo mi dona freschezza, se poi capita di andare sotto altri frutti, mi sento come se fossi in una posizione precaria, forse anche perché questi alberi sono sempre relativamente piccoli e occorre spostarsi spesso per rimanere all’ombra. L’ombra che mi infonde allegria è quella del mandorlo, la sento briosa, forse perché lascia passare a tratti veloci e variabili la luce del sole. A pensarci bene le ombre che proiettano gli alberi sul terreno sopra citati sono molto diverse tra loro e forse ognuno di loro rilascia nell’aria sostanze che influenzano il mio sentire. Che dire per l’ombra dei muri, sembra un’ombra malsana, certo che quando il sole “picchia” forte ben venga anche questa ombra, ma è diversa, o almeno io la sento così e a parte il sollievo, non percepisco nessuna variazione del mio sentire.   

domenica 16 febbraio 2014

I nostri sensi

I nostri sensi li usiamo in ogni momento e in tutti i giorni della nostra vita, li abbiamo studiati anche a scuola, ma forse per il fatto che ci sono così famigliari, secondo me, non li usiamo correttamente, o meglio non come dovrebbero essere usati.
Noi vediamo, ma spesso non guardiamo attentamente, non dico di soffermarci su ogni cosa, ma alcune cose le dobbiamo guardare attentamente se vogliamo godere della bellezza della vita.
Noi udiamo rumori e voci, ma spesso non ascoltiamo. Quando udiamo un uccellino cantare, soffermiamoci ad ascoltarlo. Possiamo permetterci di non ascoltare chi ci parla? Che colloquio può essere, se non ascoltiamo l’altro? Eppure è un’operazione che siamo capaci di fare, siamo in grado di ascoltare in profondità quando ascoltiamo la musica che ci piace.
Noi sentiamo odori in continuazione, oramai questo senso, se non supera certi livelli, non lo usiamo volontariamente quasi mai, non ci impegniamo ad usarlo, eppure esso ci dona dei momenti indimenticabili, basta un odore sentito anche molti anni fa, che immediatamente ritorna l’immagine dell’evento associato.
Per il gusto, ultimamente ingozziamo cibo senza neanche usare questo senso. Esso invece è importantissimo, sia perché ci può dare gioia nel gustare i cibi, sia perché la digestione migliora se il cibo è gradito al gusto.
Per il tatto, esso non solo ci permette la natura degli oggetti, noi lo possiamo usare per fare felici le persone che ci vivono accanto, accarezzandoli. Avete notato quanto sono felici i nostri cani o gatti quando li accarezziamo? Immaginatevi come possiamo rendere felici gli esseri umani.

Questi cinque sensi sono quelli fisici che noi possiamo controllare, sono scientificamente provati e li usiamo quotidianamente, ma secondo me esiste un altro senso ed è: L’intuizione; questo senso lo percepiamo solo, esso arriva quando neanche te lo aspetti, non è misurabile, ma esiste, io spesso lo sento e devo dire che nella mia vita mi sono fidato di questo senso e il tempo gli ha sempre dato ragione. Non ho capito come si fa a gestirlo o forse è un senso che non si può gestirlo al pari degli altri, ma è un senso che ci permette di evitare un sacco di errori e che sembra ci metta in contatto con il nostro futuro.

sabato 25 gennaio 2014

Il ricordo

Il ricordo viene vissuto in modo diverso in ognuno di noi, eppure è parte del passato e come molti dicono non esiste più. E’ vero esso non esiste più, è passato, ma esiste nella nostra mente e non solo, perché esiste anche fisicamente sul nostro corpo. Sul corpo rimane tutto il nostro passato, certe volte in modo vistoso, altre volte meno, ma è lì, sempre presente. Il ricordo è fondamentale per tutti gli esseri viventi e non solo, ogni cosa conserva il ricordo, la montagna conserva il suo passato, basta osservare una parete verticale per vederlo, noi stessi, come umani, conserviamo la storia della nostra evoluzione, il nostro corpo è un libro chiaro della nostra storia. Questo per comprendere che non possiamo cancellare il nostro passato, ogni sforzo in questo senso, anche se fatto per smettere di soffrire, non andrebbe in porto, sono solo energie sprecate, è la natura stessa delle cose che non ce lo permette. Il nostro passato ci dovrebbe servire per esperienza e se abbiamo commesso errori, cerchiamo di farne tesoro e basta. Il passato ci reca dolore, questo dobbiamo cercare di elaborarlo, non cancellarlo, ma neanche di smettere di vivere. Se noi pensiamo, siamo vivi e questo ci deve spronare alla vita presente. Certo la vita, non sempre è facile, anzi per alcuni è oggettivamente difficile, ma la forza enorme della vita fa sì che essa ha sempre avuta la meglio. Per me il passato è un ricordo che esiste nel mio corpo e nella mente, senza rancori, nostalgie, rimpianti, ma semplicemente per quello che è stato, le delusioni sono lontanissime nel tempo e così le sofferenze, ma quando affiora un ricordo bello cerco di fare durare questa sensazione il più a lungo possibile.   

martedì 7 gennaio 2014

Logica

L’altro giorno c’era il sole e pioveva forte, come? Diciamo sempre o c’è il sole o piove, non possono essere le due cose assieme! Eppure questa era la realtà! Questa logica che noi spesso usiamo, non sempre corrisponde alla realtà oggettiva; eppure dovevo essermene accorto quando studiavo materie scientifiche, che di vera logica non si può parlare quando siamo nel mondo reale. Due più due, non fanno mai quattro, in pratica, qualsiasi cosa vogliamo misurare, fanno quattro più qualcosa o meno qualcosa, ma mai quattro. Sono andato indietro nel tempo, quando presi decisioni importanti per la mia vita; mi sembrava di aver sempre preso decisioni con logica, ragionando con serenità, eppure a distanza di anni, quello che era lineare allora, ora non lo è più. Chi era accanto a me mi faceva notare che non era proprio così logico il mio pensiero, ma per me era di una limpidezza tale che non capivo la loro resistenza. Ho fatto scelte che alla lunga si sono rivelate poi giuste, ma non erano frutto di un ragionamento logico oggettivo. Di logico ci può essere un gioco la cui soluzione sia unica, ma la vita di noi umani non può essere gestita in nessun modo da logica, troppe sono le variabili in gioco. Penso che i nostri ragionamenti, siano influenzati molto dall’intuito che è insito in noi, non mi spiego altrimenti certe scelte che ho fatto nella mia vita. Ora a distanza di anni penso che ci voleva una certa incoscienza a scegliere in quel modo, ma allora il mio ragionament
o filava liscio e logico, ma era un ragionamento logico soggettivo, non oggettivo, quindi non logico. Da oggi starò attento nel parlare di logica negli avvenimenti della vita, perché essa con la logica non ha niente a che fare.

sabato 14 dicembre 2013

Mi voglio bene?

Guardatevi allo specchio e fatevi la seguente domanda: Mi voglio bene? Questo ci disse il gestore di un corso.

Tra tutte le domande che nella mia vita mi sono posto, questa non pensavo neanche che potesse esistere, in me era talmente chiaro, che non solo mi volevo bene, anche se fisicamente, più di una volta, desideravo essere diverso, ma io mi amavo ugualmente e totalmente. Con mia grandissima sorpresa, alcune persone non se la sentivano di dire sì; ma allora forse altri si davano un sì titubante, che tristezza per loro. Noi ci dobbiamo amare solo per il fatto di esistere, ognuno di noi è qualcosa di eccezionale, siamo uno diverso dagli altri sia fisicamente che psicologicamente, noi non dobbiamo cercare di sembrare quello che gli altri ci aspettano da noi, noi siamo noi e basta. Questo è quello che dovremmo capire, che la nostra unicità ci rende speciali sempre. Non è una forma di egoismo se amiamo per prima noi stessi, anzi, sono convinto, che sia la partenza per poter amare anche gli altri, quindi dobbiamo insistere, guardandoci allo specchio, fintanto che non uscirà da noi, un sì urlato.