sabato 31 maggio 2014

L'ombra


Quante volte, da bambini, abbiamo giocato con la nostra o altrui ombre? In certi momenti della nostra storia umana pensavamo che alcuni individui potessero catturarcela e renderci loro schiavi. Mi sono chiesto molte volte da cosa derivava questa attrazione verso le ombre, ci siamo anche inventati uno spettacolo con esse, ma abbiamo sempre guardato l’ombra come risultato finale. Ebbene da qualche anno mi piace assorbire gli effetti che varie tipi di ombre hanno su me e ho constatato che influiscono sul mio stato d’animo; può anche darsi che sia solo suggestione, ma mi sono convinto che le sensazioni che provo siano dovute a qualcosa di reale e che tutti le possiamo provare. Vado all’ombra di un noce: mi metterei a dormire. Mi sposto sotto un tiglio: ci resterei delle ore a leggere. Mi sposto sotto una grande quercia e riesco a comprendere pienamente perché i nostri avi l’hanno ritenuta un albero sacro; vado sotto un ciliegio: non riesco a rilassarmi, sono attratto dalla disposizione delle foglie e al colore rosso del frutto (chiaramente quando c’è); l’ombra del nocciolo mi dona freschezza, se poi capita di andare sotto altri frutti, mi sento come se fossi in una posizione precaria, forse anche perché questi alberi sono sempre relativamente piccoli e occorre spostarsi spesso per rimanere all’ombra. L’ombra che mi infonde allegria è quella del mandorlo, la sento briosa, forse perché lascia passare a tratti veloci e variabili la luce del sole. A pensarci bene le ombre che proiettano gli alberi sul terreno sopra citati sono molto diverse tra loro e forse ognuno di loro rilascia nell’aria sostanze che influenzano il mio sentire. Che dire per l’ombra dei muri, sembra un’ombra malsana, certo che quando il sole “picchia” forte ben venga anche questa ombra, ma è diversa, o almeno io la sento così e a parte il sollievo, non percepisco nessuna variazione del mio sentire.   

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