La
nostra storia ebbe inizio quando comparve all’interno della nostra testa un
gruppo di cellule nervose; praticamente formarono un nuovo organo che doveva
integrarsi con il corpo già esistente e questo viene comunemente denominata “corteccia
celebrale”. E’vero che questa aggiunta è relativamente recente, ma è
altrettanto vero che non è ancora perfettamente integrata al nostro corpo:
sembra che essa vivi in simbiosi con noi, uno non può vivere senza l’altro, ma
spesso uno vuole andare in una direzione e l’altro nella direzione opposta.
Questo nuovo organo si è attaccato ai vecchi esistenti, non li ha sostituiti e
questo ci crea molti problemi. Nei nostri primi mesi di vita, questo gruppo di neuroni decide con chi
mettersi in contatto diretto, noi viviamo nel mondo che lui vuole, poi man mano
che cresciamo, il suo mondo deve fare i conti con il mondo reale e qui comincia
la convivenza con questo “essere” che spesso risulta difficile. Prima avevamo
l’istinto, sapevamo esattamente cosa fare, ora invece, i pensieri che escono dalla
corteccia celebrale sono talmente alti che faticano ad accettare un corpo
fisico. Questo gruppo ci indicherebbe la cosa giusta da fare e il corpo invece insegue
i propri istinti, che continuano ad essere gestiti dalla parte vecchia del
cervello e qua che si innescano competizioni tra loro. Ai figli bastava
insegnare come procurarsi il cibo e come fare attenzione ai pericoli e ora le
cose sono divenute complicatissime. Questo “organo” vorrebbe apprendere più
cose possibili, ma il corpo ha altre esigenze. Delle volte ci fa soffrire senza
che ci siano delle ragioni chiare, oggettive; in altre occasioni ci dice che
siamo ammalati e il nostro corpo ci crede. Il corpo desidera tenersi attivo e
la mente lo spinge a rischiare la vita, insomma è una lotta continua, tra la
struttura precedente e quella nuova. Speriamo che con il passare del tempo
questo nuovo organo si integri maggiormente con il nostro corpo in modo che
questa convivenza sia più piacevole; per ora dobbiamo aver volontà e
consapevolezza per far sì che queste due entità trovino un accordo.

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