sabato 21 settembre 2013

La bellezza

Quando giudichiamo bella una cosa? Quando nel vederla ci piace, ci emoziona, sentiamo che essa ci dona qualcosa, che spesso neanche capiamo, ma sentiamo. Certo che i canoni della bellezza esteriore dell’altro sesso sono nel tempo cambiati e ancora cambieranno, ma ci sono bellezze, che nel tempo, giustamente non cambiano e sono quelle che a prima vista rimangono nascoste. Queste bellezze sono mille volte più belle, occorre però andarle a cercare, con impegno e conoscenza. Ecco, siamo al punto, è la conoscenza che ci deve guidare, è lei che deve essere quella che ci deve accompagnare nella nostra vita.
A prima vista il mare è bellissimo, ma la sua vera bellezza è sapere che sotto la sua superficie c’è un mondo intero, pieno di vita, di forme e colori. Pur essendo bella la superficie del mare, non è paragonabile alla sua bellezza nascosta.
La farfalla è bella, il suo volo leggero ci affascina, ma conoscere il suo ciclo di vita: dalle uova, al bruco, alla crisalide ed infine alla meravigliosa farfalla ci riempie di gioia, riusciamo a vedere la sua bellezza più profonda e poi siamo solo noi umani che possiamo cogliere questa meraviglia, non solo con gli occhi, ma con tutto il nostro essere.

Gli esempi possono essere tantissimi: dalle nuvole, alle rane, agli alberi, ai semi, al nostro corpo, tutto diviene meraviglioso se cerchiamo di vedere oltre e questo, ripeto, si può vedere solo con la conoscenza. Noi tutti possiamo accedere ad essa, basta solo impegno, e il resto avverrà da solo e potremo così godere della meravigliosa bellezza che sta dietro alla bellezza di facciata.

giovedì 12 settembre 2013

Simbiosi

La nostra storia ebbe inizio quando comparve all’interno della nostra testa un gruppo di cellule nervose; praticamente formarono un nuovo organo che doveva integrarsi con il corpo già esistente e questo viene comunemente denominata “corteccia celebrale”. E’vero che questa aggiunta è relativamente recente, ma è altrettanto vero che non è ancora perfettamente integrata al nostro corpo: sembra che essa vivi in simbiosi con noi, uno non può vivere senza l’altro, ma spesso uno vuole andare in una direzione e l’altro nella direzione opposta. Questo nuovo organo si è attaccato ai vecchi esistenti, non li ha sostituiti e questo ci crea molti problemi. Nei nostri primi mesi di vita,  questo gruppo di neuroni decide con chi mettersi in contatto diretto, noi viviamo nel mondo che lui vuole, poi man mano che cresciamo, il suo mondo deve fare i conti con il mondo reale e qui comincia la convivenza con questo “essere” che spesso risulta difficile. Prima avevamo l’istinto, sapevamo esattamente cosa fare, ora invece, i pensieri che escono dalla corteccia celebrale sono talmente alti che faticano ad accettare un corpo fisico. Questo gruppo ci indicherebbe la cosa giusta da fare e il corpo invece insegue i propri istinti, che continuano ad essere gestiti dalla parte vecchia del cervello e qua che si innescano competizioni tra loro. Ai figli bastava insegnare come procurarsi il cibo e come fare attenzione ai pericoli e ora le cose sono divenute complicatissime. Questo “organo” vorrebbe apprendere più cose possibili, ma il corpo ha altre esigenze. Delle volte ci fa soffrire senza che ci siano delle ragioni chiare, oggettive; in altre occasioni ci dice che siamo ammalati e il nostro corpo ci crede. Il corpo desidera tenersi attivo e la mente lo spinge a rischiare la vita, insomma è una lotta continua, tra la struttura precedente e quella nuova. Speriamo che con il passare del tempo questo nuovo organo si integri maggiormente con il nostro corpo in modo che questa convivenza sia più piacevole; per ora dobbiamo aver volontà e consapevolezza per far sì che queste due entità trovino un accordo.  

lunedì 9 settembre 2013

Ottimisti o pessimisti?

Di fronte ad un evento tutti noi lo giudichiamo con la nostra visione personale, senza guardare qual è la verità vera dell’evento. Una mia carissima amica mi raccontò questa bellissima storia, molto significativa su come agiamo di fronte a degli eventi senza avere un vero riscontro con la realtà. Un padre aveva due figli, un pessimista ed un ottimista, qualsiasi cosa che capitava loro nella vita, il loro approccio non cambiava, anzi veniva rafforzato per entrambi. Stanco di vedere questa situazione cercò di studiare il modo per fare cambiare idea ad entrambi. Il pessimista era amante dei trenini in miniatura e l’ottimista era amante dei cavalli. Il padre preparò una stanza piena di trenini, con stazioni, passaggi a livello, macchine che passavano sotto i ponti dei trenini, insomma era un capolavoro. Preparò poi una stanza piena di sterco di cavallo; ed accompagnò i rispettivi figli alle camere, chiaramente il pessimista a quella dei trenini e l’altro davanti alla camera dove l’aveva riempita di sterco, nella speranza che finalmente divenissero più neutrali di fronte agli eventi e se ne andò. Mentre si allontanava udì un grido di gioia provenire dalla stanza dei trenini e silenzio assoluto dall’altra. Pensò che finalmente era riuscito nell’intento e si allontanò felice. Dopo circa un’ora, volle vedere il cambiamento che era riuscito a fare sui figli e si avviò nella camera dei trenini e vide una cosa inaspettata, il figlio era accovacciato e piangeva, chiese il perché di tanta tristezza e lui disse che era preoccupato per quando qualche trenino si fosse rotto. Andò di corsa per vedere l’altra camera e vide il figlio che canticchiava e con un badile spostava lo sterco. Non era possibile, cosa aveva per essere felice? Aveva solo sterco e quando gli pose la domanda, rimase di stucco. Il figliuolo ottimista rispose che di fronte a tanto sterco ci doveva per forza essere un cavallo. Questa storiella la dice lunga su come noi dovremmo affrontare la vita, mai con pessimismo, non possiamo pensare che capiti sempre qualcosa di negativo, quando ci capiterà vedremo come affrontarla ed eventualmente cercarla di trasformarla in positivo.